Monti contro tutti, tutti contro Monti

Fotogramma da "Unomattina"

Fotogramma da “Uno Mattina”

Da Monti contro tutti a tutti contro Monti. Funziona così anche per il Professore, che, svestiti ufficialmente i panni del tecnico, è entrato nell’agone elettorale girando ceffoni a destra e a manca, con la consueta sobrietà di modi, ma con un deciso passo indietro sulla linea della belligeranza.

Chiaro, in campagna elettorale anche così s’ha da fare, e meglio con eleganza che con gli alterchi cui siamo abituati, ma frasi come “tagliare le ali estreme” o “silenziare la parte conservatrice” suonano male soprattutto sulla bocca di chi le parole, solitamente, le sceglie con cura quasi maniacale. Anche perché le ha pronunciate nel contesto di quelli che volevano essere consigli a uno degli avversari, Pierluigi Bersani, e in questo senso si corre il rischio di apparire arroganti. Quando sarebbe più propositivo suggerire ai contendenti proposte programmatiche su cui confrontarsi, regalando così ai cittadini quella campagna elettorale civile e costruttiva che dopo vent’anni meriterebbero. Chiamiamola pure una campagna elettorale “tecnica”.

Invece no, si alimenta la “caciara”, perchè è naturale che poi i diretti interessati partano al contrattacco. A cominciare da Brunetta, che dà a Monti del “disinformato e pasticcione” in risposta alla sua  gaffe in perfetto humor inglese: “sta portando, con l’autorevolezza del professore e di una certa statura accademica” il Pdl su “posizioni estreme e settarie”. Restando alla destra del Prof., Berlusconi si prende del volatile (aggettivo, non sostantivo) per il suo “giudizio sulle vicende umane e politiche degli ultimi tempi”, continuando così sulla falsa riga di quelle “difficoltà a seguire la linearità del suo pensiero” che Monti aveva ironicamente denunciato nella conferenza stampa di fine anno. Il Cav, per tutta risposta, ha accusato il premier uscente di essere “lontano dalla realtà” e “con lo stipendio sicuro”, affondando poi il colpo: “appare inconciliabile il suo ruolo di Presidente del Consiglio e candidato alle elezioni. Monti si sarebbe dovuto dimettere sia da senatore a vita sia Presidente del Consiglio” (Monti si è dimesso da Presidente del Consiglio il 21 dicembre scorso, ndr).

Sull’altro versante politico, prima Marina Sereni (“Monti eviti di usare argomenti fasulli sul Partito Democratico”) poi Bersani (“chiedo rispetto per il Pd, io non silenzio nessuno”) rispondono alle già citate parole del Professore. Ma non mancano le repliche di Nichi Vendola e Susanna Camusso, che in quelle “ali estreme” si riconoscono. “Monti è sceso pesantemente in campo con la presunzione di chi vuole partecipare ma vuole anche sentirsi arbitro della partita – dice il Governatore della Puglia, e aggiunge: “c’é un elemento di arroganza che va respinto”. “Trovo abbia poche proposte e molte critiche – gli fa eco la leader della Cgil – chi ha deciso di candidarsi alle elezioni dovrebbe discutere dei suoi programmi”.

Ecco, i programmi, quelli che anche oggi sono mancati.

(Articolo pubblicato su TGParlamento.it e TGregione.it)

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