La morte del giornalismo? Cercatela tra le “necessità editoriali”

Molto spesso noi giornalisti siamo oggetto di facili ironie e semplici stereotipazioni. Eseguite ad arte, perlopiù populisticamente, da chi parla senza conoscere l’argomento del suo discorrere.

E’ bene che tutti sappiano, o ricordino, che esistono editori che il giornalismo lo uccidono ogni giorno. Per non piegarsi ad interessi da cui blaterano di essere indipendenti. Un tempo – ma ci sono anche oggi, ben inteso – esistevano quelli che pur di essere i primi a dare una notizia scomoda, avrebbero pagato. Oggi, invece, spesso ti piove addosso il contrario: pur di farla dare prima a qualcun altro, ben sapendo che nessuno la farà uscire, venderebbero le loro madri. E questa è la morte autentica non solo del giornalismo, ma più in generale dell’informazione.

E’ bene che lo sappiate, prima di aprire bocca a sproposito con il culo su una poltrona calda. Ed è bene che anche gli editori sappiano che nel Terzo Millennio l’informazione non la fermi. E che se non la vuoi dare tu per primo sei solo uno squallido perdente. Senza problemi e coi soldi in tasca, ma pur sempre un perdente. Perchè esistono tanti lettori che sanno come far girare le notizie, fino a dar loro l’eco che i potentati preferirebbero non raggiungessero.

Su questo blog pubblicherò sempre ogni virgola di ciò che la stampa tradizionale mi rifiuta. Gratis, senza copertura legale e soprattutto senza nessuna paura.

A molto presto.

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