Cuneo underground

La vittoria di Gigi Garelli alle primarie del centrosinistra ha destabilizzato l’ambiente politico cittadino. Non solo perché si tratta di un personaggio esterno agli schemi classici e consolidati, ma anche perché il suo primato è giunto in un contesto d’inaspettato successo per l’istituto delle primarie.

Inaspettato almeno quanto la svolta impressa poi al quadro politico dal sindaco Alberto Valmaggia. La sua dissociazione da Garelli, netta, improvvisa e stridente con la funzione di garanzia che egli aveva ricoperto in seno alle primarie, ha contribuito a rimettere sotto i riflettori la sua appartenenza a Cuneo Solidale, forza avversa fin da subito alle primarie stesse e al candidato uscitone vincitore.

Espressione politica dei poteri forti della città, diocesi e Fondazione Crc, la lista civica che portò Valmaggia sulla poltrona di sindaco vede infatti Garelli come un punto di rottura con lo status quo di circa due decenni. Uno status quo che non manca di ombre. In particolare sulla Fondazione Crc, i cui movimenti dietro le quinte della scena politica cuneese sono stati oggetto, lo scorso 12 gennaio, di un’interrogazione parlamentare del Senatore Giuseppe Menardi.

In sostanza, Gianluigi Gola e Giuseppe Ferrero, in qualità di soci nella P.A.B., versarono 200.000 €, cento a testa, nelle casse vuote della Linea Computer, impresa di cui era ed è tuttora socio il presidente della Fondazione Crc (allora Fondazione CariCuneo), Ezio Falco. Al momento della transazione, Gola era presidente del Collegio Sindacale della Fondazione stessa, mentre Ferrero, costruttore edile, era stato incaricato di ristrutturare un immobile sito in Via Roma, 13: la ex Sala Contrattazioni di proprietà della Fondazione. Totale dei lavori, circa 1.200.000 €. Come si legge nell’interrogazione agli atti del Senato, Gola e Ferrero non erano soci soltanto nella P.A.B., ma anche in altre aziende, come Polo Grafico SpA ed Edilquattromila.

Questi fatti risultano “non contestati dalla parte offesa” all’interno dell’ordinanza di archiviazione che il Gip di Saluzzo, Alberto Boetti, ha emesso a conclusione della sentenza pronunciata in favore di Giuseppe Menardi, querelato da Gola per aver ricostruito quelle informazioni ed averle racchiuse in uno scritto. Inoltre, come pubblicato anche dal settimanale ViverMeglio, lo stesso giudice ha aggiunto che “i rapporti d’affari tra membri del Consiglio di amministrazione (Ezio Falco, ndr) e del Consiglio Sindacale (Gianluigi Gola, ndr) suscitano perplessità sul corretto rapporto organo di controllo – organo gestorio, che dovrebbe essere garantito dal Codice Etico della Fondazione”. Violazione del Codice Etico invocata pure dal Senatore Menardi, che nella sua interrogazione parlamentare richiama anche il Codice Civile.

Queste vicende erano già state denunciate nel maggio 2011 da Piero Bertolotto, presidente della Bre; egli, nel febbraio 2010, venne nominato dalla Fondazione Crc nel consiglio di gestione di Ubi Banca, dal quale la stessa Fondazione lo estromise appena una ventina di giorni dopo, sostituendolo proprio con Gianluigi Gola. A conoscenza di quegli episodi, Bertolotto li svelò alla Questura, portando sulla scena anche i politici. Raccontò infatti di alcuni colloqui avuti col sindaco Valmaggia e con l’assessore Guido Lerda a proposito della quota di 100.000 € che Ferrero passò alla Linea Computer di Ezio Falco. Lerda, secondo Bertolotto, si disse preoccupato per quella transazione, eseguita col benestare del commercialista Pierfranco Risoli, socio di Gola nella Paper-One e membro del CdA della Fondazione Crc.

Anche Menardi chiede conto dei rapporti con gli amministratori cuneesi. Nell’atto dell’interrogazione si legge: “Risulta altresì all’interrogante che di questa elargizione siano a conoscenza, secondo le modalità che potranno essere meglio accertate, il direttore dei lavori di cui si tratta, che è anche assessore comunale, ingegner Guido Lerda, e lo stesso sindaco di Cuneo professor Alberto Valmaggia”.

Spunta così anche un altro elemento: l’assessore Guido Lerda, ingegnere, è il direttore dei lavori da 1.200.000 € assegnati a Giuseppe Ferrero. Il suo Studio si è occupato di realizzarne il progetto architettonico.

Insomma, il substrato affaristico che pervade l’establishment politico-economico cuneese è così venuto a galla mostrando almeno alcuni dei suoi aspetti. Nulla di penalmente rilevante, anche secondo quanto ha potuto constatare il Gip Boetti, ma sicuramente le voci che sospettavano di affari poco cristallini all’interno della classe dirigente cittadina trovano ora riscontri concreti. Di tutta la vicenda si parlerà il prossimo 19 marzo, nel corso di una serata intitolata “La Casta (della) Fondazione: due anni di domande senza risposta a Cuneo”. Si terrà in corso Dante 19, presso il palazzo della Provincia, nella Sala Falco (ironia della sorte) è vedrà gli interventi, tra gli altri, di Piero Bertolotto e Giuseppe Menardi.

Sul fronte politico, la “svolta di Valmaggia”, punta dell’iceberg dello scompiglio creato dal trionfo di Garelli alle primarie, ha dato il via al “fronte della continuità”, con Federico Borgna candidato sindaco. Lo appoggiano l’UdC e quattro liste civiche: “Democratici per Cuneo”, costituita dai fuoriusciti dal Pd e a capo della quale si ventila possa essere candidato lo stesso Valmaggia; “Cuneo Più”, nelle cui file milita Alberto Parola, avversario (di centrodestra) del Primo Cittadino alle ultime comunali; “Cuneo Solidale”, del presidente Ezio Falco; “Centro Lista Civica”, di Mauro Casadio, consigliere generale della Fondazione, e Domenico Giraudo, il cui padre, Sergio, è anch’egli membro dello stesso Consiglio Generale. Una coalizione che si configura dunque come “fronte della Fondazione” e mette insieme pezzi delle attuali maggioranza e opposizione.

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