Instantbul [4. Arrivederci, Babele]

Nel nostro ultimo giorno di lavoro, usciamo fuori città e seguiamo gli abitanti di Istanbul nelle loro domenicali gite fuoriporta. Prendiamo un traghetto e attraversiamo tutto il canale del Bosforo, fin dov’esso si tuffa nel Mar Nero. Europa e Asia, nel punto più ampio, sono separate da meno di tre kilometri di mare, che si riduce a circa 500 metri nel tratto più stretto.

Superata Istanbul, piccoli paesini da villeggiatura s’innestano armonicamente nel verde che riveste le due coste. Eleganti e deliziose case addosso al mare ricordano Venezia; i turchi altolocati si trattano bene: basta loro uscire in terrazza, o nel giardinetto, per mettere i piedi a mollo. Durante l’ora e mezza di navigazione ci divertiamo a “rubare” scatti agli altri passeggeri, mestiere più delicato di quando lo si esercita per strada. Quei pochi che se ne accorgono rispondono con un sorriso o con l’indifferenza.

Sbarchiamo a fine corsa sulla costa asiatica e ci dirigiamo verso un castello di epoca romana, strategico per sorvegliare il transito da e per il Mar Nero; oppure punto di partenza per conquistare Istanbul: così lo utilizzò il sultano Mehmet II quando pose fine all’Impero Bizantino. Durante il tragitto in costante e ripida salita continuiamo coi nostri scatti furtivi; una giovane donna sente il mio otturatore e mi chiama divertita, vuole sapere perchè l’ho fotografata: “do you really find me interesting?” – mi chiede ridendo. In cima, la fatica viene premiata da una vista incantevole: il Bosforo si perde nel Mar Nero, avvolto dalla foschia del primo giorno senza sole. Almeno per il momento.

Il vastissimo e scosceso spiazzo verde intorno al castello si colora di gente, i resti delle mura ci offrono ottimi controluce per fotografare chi li percorre. Noi compresi. Un’atmosfera serena, rilassata e paradossalmente intima accomuna tutti: famiglie, coppie, gruppi di amici. Le foto di oggi racconteranno questo, carpendone le sfumature nei singoli contesti che ci circondano. Per riempire un’immagine del significato sufficiente affinchè possa essere trasmesso, occorre immedesimarsi nella situazione di chi metti nell’obiettivo, così da coglierne il più possibile dell’essenza.

Pranziamo in un ristorante con terrazza panoramica, scaldati dal sole che si è fatto intenso e dalla spiritualità di Cem, che ha la capacità di alleggerirmi riempendomi di positività e pace interiore. Poi rientriamo, stavolta seduti all’esterno del traghetto per goderci meglio panorami e delfini del Bosforo.

Facciamo un’ultima bevuta con Cem nel pub dell’ostello. Quando lo salutiamo sembra emozionato anche lui: quell’omone ci ha dato tanto, ma nel nostro piccolo abbiamo saputo ricambiare. E’ solo un arrivederci, perchè l’esperimento di questi giorni si trasformerà in workshops organizzati per fotografi professionisti e amatori. A Istanbul e nel resto della Turchia. Con Cem siamo d’accordo: è stato solo l’inizio.

n.b. Le foto verranno in seguito selezionate e inviate alla post-produzione in vista di esposizioni e pubblicazioni.

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