Grilleghismo

Ricordate vent’anni fa, era il 1992, quando la Lega Nord ottenne il suo primo successo elettorale? Ricordate il linguaggio, il “celodurismo”, i cappi, i gesti dell’ombrello, le dita medie al vento (che poi sono gli stessi atteggiamenti di oggi)? La Lega si è presentata con una campagna “anti-Sistema“, con l’intento di far saltare il banco, di mandare all’aria tutto. Si è sviluppata come un movimento dal basso, dei cittadini per i cittadini, contro i politici e la classe dirigente. Solo successivamente, nel 1996, il bersaglio è diventato l’unità nazionale.

Oggi, vent’anni dopo, mentre sta vivendo il suo periodo più difficile, minata alla base della sua trasparenza, del suo essere fuori dai giochini del Sistema, della sua presunta diversità da sempre sbandierata, in un certo senso si vede rinascere. O forse succedere, sostituire. Da un movimento del tutto simile nel linguaggio, nella dipendenza da un leader carismatico, nei gesti dell’ombrello, nel suo presentarsi come “anti-Sistema” e movimento dal basso. Con quello stesso intento di mandare all’aria tutto, di “prendere a calci nel culo” chi occupa i Palazzi e rifondarlo il Sistema.

Certo, sono diversi i contenuti. Biasimabili quelli della Lega, in buona parte condivisibili quelli del Movimento 5 Stelle, per i quali la fattibilità è l’aspetto che lascia gli interrogativi più evidenti. Oltre alle capacità di governo, attitudini che non s’imparano certo da un giorno all’altro e che implicano dinamiche ineludibili, benchè snobbate dai grillini. Come anche le alleanze. La Lega ha dovuto “mischiarsi” con destra e sinistra per inseguire i suoi obiettivi. Grillo dovrà fare lo stesso, perchè difficilmente raggiungerà numeri tali da incidere nel Sistema con la potenza che si è prefissato.

Vent’anni fa, era il 1992, l’Italia viveva un periodo di profonda crisi politica, economica e morale. Erano i giorni di Tangentopoli, delle manovre nottetempo per risanare il bilancio, il debito pubblico ed entrare nell’Euro, dell’eccessivo spread con la Germania. Del bisogno di unità nei sacrifici e dei cittadini arrabbiati con la classe dirigente, da cui si sentivano traditi, presi in giro, tartassati e lontani.

Oggi, vent’anni dopo e con le dovute differenze, sono tornati quei tempi. Tempi di crisi, in cui gli italiani si affidano, di regola, al carisma di un “homo novus”, al “salvatore della Patria”. Vent’anni fa fu Bossi al Nord con Berlusconi a livello nazionale. Oggi molti, pare sempre di più, vedono in Grillo l’unica speranza, l’unica vera alternativa. Vent’anni, come la durata delle serie storiche italiane.

Questa voce è stata pubblicata in Escursioni nella res publica e contrassegnata con , , , . Contrassegna il permalink.