Emilia, tra le macerie del passato e l’incertezza del futuro

Dopo l’articolo d’inizio febbraio sulla shoah, Escursioni in campo aperto torna ad ospitare Roberto Bianco, amico e giornalista che ha passato il suo Ferragosto tra gli sfollati di un paesino dell’Emilia terremotata. Questo il suo resoconto, corredato d’immagini.

San Prospero, in Emilia, conta poco più di seimila anime, 2.800 famiglie, la comunità straniera al 12% e una strada principale che da Modena capoluogo attraversa il centro abitato. Attorno campi destinati all’agricoltura e un’area industriale che ha nella trasformazione alimentare, nella farmaceutica e nella cosmesi i suoi punti di forza. Nelle immediate vicinanze nomi noti alla cronaca nazionale: Cavezzo, Mirandola, Rovereto.

Solo sfiorato dal terremoto del 20 maggio scorso, il paese è stato investito dalle scosse notturne del 29 maggio. Ingenti i danni: delle 800 abitazioni del paese, metà sono pericolanti. Nell’immediato c’è chi si è arrangiato, chi ha potuto si è rifugiato altrove, mentre per 500 persone l’unica soluzione sono state le tende della Protezione Civile.

La vita di molti è andata travolta. Anche quella di Donatella Miotto, imprenditrice. La sua casa è salva ma il sisma interiore non le dà pace. “Per affrontare le mie paure – spiega – ho iniziato a girare in auto per distribuire scorte di cibo agli sfollati”. Oggi, a tre mesi di distanza, è uno dei punti di riferimento del campo di San Prospero.

Come il vicesindaco, Sauro Borghi. Bancario, all’indomani del terremoto ha rassegnato le dimissioni dal lavoro per dedicare anima e corpo ai concittadini. “Chi latita è lo Stato”, commenta. “Il motivo? Si vergogna a dire che non ci sono soldi. Se non interviene il Governo – avverte – le ripercussioni economiche saranno pesanti”.

Da tradizione, a Ferragosto, San Prospero è in festa. Ma quest’anno la sagra annuale diventa cena di autofinanziamento. Si pensa a trovare il denaro per le chiese danneggiate in paese – tre su quattro – e per le scuole: media, elementare e materna sono in parte o completamente inagibili e per centinaia di bambini sta per iniziare un anno scolastico precario.

Caligola, l’anticiclone di metà agosto, accompagna impietoso il convivio. Tra le tavolate l’argomento ricorrente è l’immediato avvenire. Entro settembre i campi d’accoglienza saranno smantellati; per chi è senza casa si provvederà con alloggi convenzionati, così promette la politica. Nel vociare sul futuro prossimo si mescolano le parole di sfollati, famiglie intere, forze dell’ordine, volontari, vigili del fuoco, giovanissimi scout, in una babele di accenti, dialetti, declinazioni. È l’Italia intera che si confronta, pone interrogativi, cerca e offre conforto.

Tra loro c’è anche l’operaio veneziano Mirco Guzzon, un veterano degli interventi a favore delle popolazioni terremotate. Per lui, prima dell’Emilia, l’Irpinia, il Kosovo, l’Aquila. “Ogni terremoto – sostiene – è una storia a sé. La macchina degli aiuti deve però adeguarsi al territorio attraverso una mediazione con la popolazione, non viceversa. L’Emilia ne è l’esempio. Qui molto si deve all’azione autonoma di semplici volontari venuti a dare una mano”.

Andrea Tartaglia, classe 1976, vicentino di Piovene Rocchette, padre di due bambine, è uno di loro. Riflette a voce alta: “E se succedesse a casa nostra – si chiede –, saremmo pronti ad affrontare un terremoto?”.

Difficile rispondere all’imponderabile. Intanto la solidarietà continua. Chi volesse contribuire a distanza può farlo con una donazione al Comune di San Prospero (Codice IBAN IT 72 L 05387 67000 000000485073 BIC BPMOIT22XXX – Causale: donazione per sisma 2012 / www.comune.sanprospero.mo.it). Il ricavato sarà utilizzato per il ripristino delle scuole.

DATI UFFICIALI REGIONE EMILIA – TERREMOTO 2012 (Aggiornamento Giunta Straordinaria del 14 agosto)

  • Danni complessivi per 11,5 miliardi di euro
  • 5,2 miliardi alle attività produttive
  • 3,2 miliardi al patrimonio abitativo
  • Oltre 2 miliardi ai beni storico-culturali e ai beni pubblici
  • 676 milioni per la fase dell’emergenza
  •  13.698 gli edifici dichiarati inagibili (35,4% del totale di quelli colpiti)
  • 10.622 parzialmente o temporaneamente inagibili (27,5%)
  • 13.963 edifici agibili (36,1%)
  • Ammortizzatori sociali per 37.500 i lavoratori di oltre 3.200 aziende
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