SOS Ungheria

Viktor Orban | Foto blitzquotidiano.it

Ieri a Roma si è svolta una manifestazione ed è iniziato un sit-in da parte dei giornalisti italiani davanti all’ambasciata ungherese. Obiettivo, protestare contro le forti limitazioni imposte alla stampa dal governo magiaro, in carica dall’aprile del 2010. Le riforme costituzionali introdotte dal presidente Orban, e da tempo sotto la lente d’ingrandimento dell’Ue, hanno compromesso il pluralismo dell’informazione attraverso misure fittizie, come la redistribuzione delle frequenze che ha portato alla chiusura di ’Klubradiò, nota emittente dell’opposizione socialista. “La gente non sa come informarsi” – raccontava ieri sera Liana Mistretta, inviata di Rai News 24 – e chiede aiuto alle altre nazioni. A Budapest, evidentemente grazie alla Rete, tutti sapevano della manifestazione romana e molti l’hanno anche seguita in diretta radiofonica. “Mi hanno chiesto di esprimere tutta la loro riconoscenza all’Italia” – ha fatto sapere la Mistretta.

La svolta autoritaria del governo nazionalista ha colpito anche la cultura, con pesanti tagli ai fondi e la conseguente chiusura di molti teatri (vi ricorda niente?). Quando si toccano in senso restrittivo informazione e cultura (vi ricorda niente?) l’intento è chiaro. Se ci aggiungiamo anche la limitazione ai poteri della Corte Costituzionale e il controllo ormai sostanziale dell’apparato giuridico, la deriva ungherese è chiara anche troppo.

Il popolo ha iniziato a scendere in piazza, con una mobilitazione che il 2 gennaio scorso ha coinvolto tra le settanta e le centomila persone. Consapevoli che da soli non ce la faranno, gli ungheresi chiedono pressioni straniere per liberarsi dal governo (vi ricorda niente? Da noi poi è arrivato lo spread); l’Unione Europea, sempre ieri, ha annunciato sanzioni contro Orban sia per le insufficienti misure a riduzione del deficit sia per le leggi costituzionali autoritarie. Peraltro, non da oggi l’Esecutivo è accusato di aver truccato i conti dello Stato, questione che ci riporta in mente la Grecia.

Se nel 2011 sono stati gli ellenici il fulcro dei problemi europei, quest’anno l’Ungheria ha tutta l’aria di volerli sostituire. E la questione ha tutte le tendenze di una dittatura, altro che finanza.

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3 risposte a SOS Ungheria

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