No all’arresto del porcellum

Ieri è stato il giorno della doppia sentenza. Quella vera e propria della Consulta sull’ammissibilità dei referendum elettorali e quella artificiosa della Camera sulla richiesta d’arresto per Nicola Cosentino. Artificiosa perchè il ramo basso del nostro Parlamento doveva decidere sulla presenza o meno del fumus persecutionis nei confronti di un suo membro, invece si è pronunciato nel merito delle accuse. L’incipit del discorso di Maurizio Turco (Radicali) è emblematico:

“Signor Presidente, i radicali non condividono la rielaborazione che è stata fatta da parte della Giunta della rielaborazione fatta dagli inquirenti, che hanno configurato, loro, il collega Cosentino quale referente nazionale dei casalesi. I giudici devono giudicare il collega, ma riteniamo che nei limiti dei nostri doveri e delle leggi la richiesta di arresto sia frutto di fumus persecutionis”.

Oltrechè emblematico, anche funambolico.

Vedendo la baraonda che si è creata in Aula questa mattina sull’argomento e sentendo le dichiarazioni di voto di alcuni deputati, mi sono chiesto (come spesso accade sicuramente un pò a tutti): “ma uno così cosa ci fa in Parlamento?”. Risposta: “beh, il porcellum lo ha senza dubbio riempito di (eufemismo) personaggi dubbi”. E quindi: “no all’abolizione del porcellum, no all’arresto di Cosentino: la Consulta salva il principale strumento della Casta e la Casta salva uno dei suoi componenti. Ci dev’essere un legame”.

Lasciamo perdere qui le motivazioni che hanno portato al “no” per Cosentino, così come il fatto che lo stesso Parlamento, sei mesi fa, non aveva salvato Alfonso Papa. Alla luce della combinazione che ci offrono i due avvenimenti di ieri, il tema su cui vorrei aprire un dibattito è il sistema elettorale. In questo senso: ma in un Parlamento composto col mattarellum, quindi con la possibilità di indicare la preferenza, sarebbe andata diversamente la votazione su Cosentino? Ovvero, il comportamento “da Casta” che gli abbiamo attribuito oggi, si sarebbe verificato o no se i deputati li avessimo potuti scegliere come previsto dal referendum respinto?

Riflettendoci un pò io direi di no. Perchè la preferenza che esprimevamo nei 475 collegi uninominali per la Camera e 232 per il Senato non era poi così reale. Sceglievamo tra un candidato della coalizione di centrosinistra, uno della coalizione di centrodestra e uno per ciascuno dei partiti che correvano da soli. I nomi da votare, naturalmente, erano scelti dai dirigenti dei partiti, esattamente come quelli inseriti nelle liste bloccate che caratterizzano il porcellum. Spesso e volentieri si trattava di candidati che ci erano sconosciuti e, in fin dei conti, la preferenza la davamo alla forza politica più che alla persona. I 155 seggi restanti alla Camera, poi, venivano attribuiti col proporzionale a liste bloccate, cioè senza possibilità di preferenza, mentre gli 83 rimanenti al Senato, anch’essi da distribuire in base al proporzionale, andavano ai candidati perdenti più votati nei collegi uninominali.

Di conseguenza, pure col mattarellum il Parlamento era, e sarebbe stato, pieno di gente che non ci non avremmo mandato, se solo avessimo potuto. Fermo restando che è comunque sempre meglio esprimerla quella preferenza, per quanto limitata sia, piuttosto che non poterlo fare affatto. E fermo restando anche l’assunto che le preferenze non siano per nulla sinonimo di composizione totalmente rappresentativa del Parlamento, se non altro per l’assenza del vincolo di mandato. Però quantomeno ciascuno potrebbe scegliere di non votare più quel candidato, se il suo operato non è piaciuto. Sempre al netto di illeciti o deviazioni come il voto di scambio e del reale controllo degli elettori sui singoli eletti.

Bocciato il referendum, alle prossime elezioni il mattarellum non ci sarà. I partiti promettono di metter mano loro a una nuova legge elettorale; ma lo faranno davvero? E qualora lo faranno, garantiranno una maggior rappresentanza ai cittadini o troveranno un’altra maniera per continuare ad alimentare la Casta?

Se poteste farne una, quale proposta di legge elettorale avanzereste?

Votare in collegi provinciali plurinominali con sistema proporzionale o misto è la prima ipotesi che mi viene in mente, anche per dare un senso alle province. Ogni partito presenterebbe una lista di candidati più o meno ampia in relazione al suo peso in termini di iscritti (a livello provinciale, regionale o nazionale?); cosicchè gli elettori potrebbero operare una preferenza più effettiva all’interno del loro partito di riferimento. Come fossero primarie, ma effettuate direttamente al momento delle elezioni politiche. Per quanto riguarda le coalizioni, potrebbero costituirsi in liste uniche o separate; e anche nel secondo caso il patto elettorale lo stipulerebbero prima del voto, anzichè dopo come nella Prima Repubblica.

Insomma, di variabili ce ne sono tante e ogni proposta presenta per forza di cose problematiche e lacune più o meno rilevanti. La pretesa di possedere la soluzione, e soprattutto la migliore, non va d’accordo col buon senso. Ma un confronto di idee, quasi un brainstorming, anche ai limiti del fanta-diritto pubbllico, potrebbe essere oltrechè divertente e stimolante, anche concretamente propositivo. A voi la “penna”.

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23 risposte a No all’arresto del porcellum

  1. Vito Costa scrive:

    Ok, dato che leggete, ma siete timidi e non scrivete, ci penso io :)
    Una raccolta delle principali opinioni e proposte che circolano sul web:
    per prima cosa, la campagna “Prima gli elettori” sulle primarie per la scelta dei parlamentari, promossa da, supportata da esponenti del PD come Debora Serracchiani e, oltre che da seguitissimi blogger come. Al riguardo,ci sarà un incontro per discutere la proposta. è possibile aderire all’iniziativa sottoscrivendo la petizione.
    opinioni e proposte di Andrea Sarubbi, deputato PD “nuovo stampo”, che, dopo interessanti e pienamente condivisibili premesse, scrive:

    Mi convince di più, in generale, l’idea dell’uninominale maggioritario, pur con tutti i limiti del caso: è evidente che neppure lì ti fabbrichi il deputato su misura, perché i partiti giocano comunque un ruolo fondamentale nell’abbinamento tra candidato e collegio, ma almeno puoi scegliere tra più opzioni e la concorrenza obbliga le forze politiche a ridurre drasticamente il numero di impresentabili. In un collegio di Centrosinistra, ad esempio, un ottimo candidato Idv vincerebbe su un pessimo candidato Pd; in uno di Centrodestra, un ottimo candidato della Lega vincerebbe su un pessimo candidato Pdl; in condizioni di incertezza, un ottimo candidato del Terzo Polo potrebbe anche vincere su tutti.

    Vale la pena leggere tutto il suo post, anche perchè sono opinioni chiare e proposte precise che arrivano da un membro del Parlamento.
    Continuerò a raccogliere tutto quanto mi passerà sott’occhio; se contribuirete io e questo tema ve ne saremo grati.

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