Il contesto
Cuneo, poco meno di 56 mila abitanti, è il capoluogo della terza provincia più estesa d’Italia. Città tradizionalmente cattolica, arriva da 17 anni di governo del centrosinistra, guidato negli ultimi 10 dal sindaco Alberto Valmaggia, che ha raggiunto così il limite di mandati consecutivi. Espressione della lista civica centrista Cuneo Solidale, e iscritto al Partito Democratico, Valmaggia ha incarnato l’essenza cattolica della sinistra cittadina. Ha lavorato con sobrietà ed equilibrio, guadagnandosi livelli di gradimento costantemente alti da parte della cittadinanza, nonostante scelte anche molto discutibili da parte di alcuni suoi assessori.
Verso le primarie
Indire le primarie di coalizione per decidere il successore di Valmaggia non è stato un meccanismo immediato. I partiti minori si sono subito schierati a favore, mentre il PD si è diviso, anche per questioni di aspirazioni personali. Il vicesindaco in carica Giancarlo Boselli, ad esempio, sostenitore delle primarie, era in campo già da qualche mese con una personale campagna elettorale. Nel partito aleggiava anche la presenza di un “pezzo da 90″ del panorama politico cuneese: Elio Rostagno, predecessore di Valmaggia sulla poltrona di sindaco, occupata dal 1995 al 2002. Proveniente dalla Margherita, Rostagno può contare su carisma, reti d’influenze e “popolarità”, ma soprattutto sull’appoggio dei poteri forti della città: diocesi e Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo. La terza incomoda era Patrizia Manassero, assessore al Bilancio uscente e amministratrice capace di farsi apprezzare anche da partiti come la Federazione della Sinistra.
Le primarie dunque si fanno e il PD schiera i tre candidati: Rostagno, Manassero e Boselli. La Costituente dei Beni Comuni, formazione composta da Federazione della Sinistra, associazioni e movimenti cittadini, presenta un professore di filosofia, Gigi Garelli; mentre Franca Giordano, Provveditore agli Studi, è appoggiata da Sinistra, Ecologia e Libertà più alcune liste centriste. Fuori restano l’Italia dei Valori e Cuneo Solidale, la lista del sindaco, il quale sarà garante e presidente del comitato organizzatore delle primarie; Cuneo Solidale le osteggerà con tanto di manifesti “noi non partecipiamo” e con una oggettiva campagna stampa mirata innanzitutto contro Garelli. Il candidato “dei comunisti” proviene infatti da ambienti legati all’associazionismo cattolico, non clericale ma assistenzialista. Questa miscela, che agli occhi di molti pare vincente, è fortemente invisa alla diocesi.
La campagna elettorale non è aspra. Boselli prosegue le conferenze su temi economici e sociopolitici, mentre Rostagno, Giordano e Manassero vanno sul classico: affissioni, volantinaggio e qualche appuntamento pubblico. Garelli sceglie lo “stile Pisapia“, incontrando la cittadinanza in affollate assemblee. Questo gli consegna la palma del favorito per quasi tutta la campagna; solo nelle settimane immediatamente precedenti alle primarie, i rumors parlano di un testa a testa tra Rostagno e Manassero.
Le primarie
Il 25 novembre 2011 è il giorno delle urne. Com’era stato per Milano, l’età minima per il voto è 16 anni e possono partecipare anche gl’immigrati con regolare permesso di soggiorno. I giornali locali dicono che un’affluenza al di sotto delle 4.000 persone sarebbe da considerarsi un flop; alle primarie del 2005, quelle stravinte da Prodi, si recarono alle urne in 3.500 (solo italiani e solo maggiorenni). Il favorito ufficiale è Elio Rostagno.
La risposta della cittadinanza si manifesta con lunghe code ai seggi, specie nel pomeriggio e la sera. Votano in 5.308, il 12% degli aventi diritto, e consegnano la vittoria a Gigi Garelli. Per lui 1.456 preferenze, 1.186 a Rostagno, 1.168 alla Giordano, 961 alla Manassero e 569 a Boselli. I candidati perdenti, chi subito, chi con qualche ritardo, si complimentano col vincitore; Boselli annuncia il ritiro dalla politica per tornare al suo mestiere in banca.
E poi?
Un risultato del genere, soprattutto quello relativo all’affluenza alle urne, pareva in grado di mettere d’accordo tutti, se non altro per ragioni di opportunità politica. Cuneo Solidale ingoia il boccone amaro, ma non lo manda giù; il PD attende i “Tavoli di Lavoro”, luogo in cui trovare una mediazione all’interno della coalizione per un programma il più possibile comune e condiviso. E qui cominciano, come da copione, i problemi. Lo sforzo per trovare una sintesi c’è, ma su alcuni punti programmatici delicati (circonvallazione e Piano Regolatore in primis) nessuno vuole mollare.
Si procede tra ambiguità a scaramucce fino alla chiusura dei lavori. Poi, tra giovedì 9 e venerdì 10 febbraio, sulla stampa locale arriva la notizia che non ti aspetti: il sindaco Valmaggia, imparziale fin dalle primarie, dove ha evitato di appoggiare anche i suoi due assessori, prende posizione e si dissocia da Garelli. “Avendo atteso e verificato lo svolgimento dei Tavoli di Lavoro, non ho riscontrato evoluzioni che segnino una vera continuità, pur con i necessari aggiornamenti, rispetto al cammino fatto in questi anni, nè una reale convergenza programmatica. Così stando le cose non potrò riconoscermi nè appoggiare la candidatura di Garelli espressa dalle primarie e darò il mio apporto per una soluzione diversa, che consenta di ricomporre l’intera coalizione di centrosinistra” (La Guida, 10/02/2012).
Insomma, il garante delle primarie si dissocia dal risultato delle primarie stesse. E perdipiù, il sindaco prende le distanze dal voto di oltre cinquemila cittadini, nonchè elettori del suo schieramento politico. Una svolta così netta, improvvisa e soprattutto insolita da parte di Valmaggia ha alimentato anche i sospetti di una regia coordinata da diocesi e Fondazione CRC. I movimenti della Fondazione dietro le quinte della scena politica cuneese, in particolare, sono stati fatti emergere dal Senatore Giuseppe Menardi addirittura a Palazzo Madama (qui il dettagliato resoconto de lospiffero.com).
Com’è ovvio, l’evento ha scoperchiato il Vaso di Pandora della coalizione, rimescolando tutte le carte. La questione ora è stare col sindaco uscente, rimanere fedeli alle primarie o correre da soli. Tutte le certezze dell’elettorato di riferimento vengono spazzate via, o forse no: ai giornali sono giunte numerose lettere in aperta polemica con Valmaggia. “Scredita la decisione dei cittadini” – dicono; difficile dar loro torto. Il sindaco è poi tornato lievemente sui propri passi, precisando di credere nelle primarie ma che non si è stabilito prima, e in modo chiaro, il programma di governo. L’accordo sottoscritto dai partecipanti alla contesa, però, era di condividere solo alcune linee guida, rimandando la redazione di un programma comune a dopo che le primarie avessero espresso il candidato sindaco. Patto, questo, ratificato anche da Valmaggia in qualità di presidente e garante dell’organizzazione.
Il PD alla resa dei conti
Il Primo Cittadino ha chiesto al Partito Democratico di prendere una posizione netta in suo favore, per tener fede al cammino fatto insieme nelle due legislature. Ma il PD, in teoria, dovrebbe rispettare il risultato delle primarie, come auspicato sia dal Segretario Regionale Gianfranco Morgando sia da quello Provinciale Emanuele Di Caro, che chiosa: “Stupisce che a compiere tale passo falso sia Alberto Valmaggia, persona accorta, amministratore capace e concreto, politico cauto, il quale non è solo il sindaco che per dieci anni ha guidato il centrosinistra in città, ma anche il garante delle primarie di Cuneo, colui che ha contribuito a redigere le linee guida su cui si è aggregata la coalizione delle liste che vi hanno partecipato” (lastampa.it, 10/02/2012).
La componente cittadina del partito si è però spaccata in tre. Da una parte c’è chi ha preso la palla al balzo per rompere con Garelli e seguire Valmaggia nella ricostruzione dell’alleanza passata, a meno che il professore non dimostri concretamente di voler operare in continuità con l’amministrazione uscente. Esponente di questa linea è Giancarlo Boselli, fervente sostenitore delle primarie ma ultimo classificato alle urne. Il suo annunciato addio alla politica parrebbe dunque rimandato, anche perchè sembra voglia costituire la lista “Democratici per Cuneo”, nel caso il PD non segua Valmaggia. Rostagno e Manassero sono invece indecisi tra la fedeltà al risultato del 25 novembre e la continuità con la Giunta precedente. La terza corrente segue la linea provinciale, regionale e nazionale per l’appoggio al vincitore delle primarie.
Il 15 febbraio, all’assemblea del circolo cittadino, si sarebbe dovuta decidere una posizione unitaria, ma il caso ha voluto che la versione definitiva del programma di Garelli arrivasse al PD proprio all’inizio della riunione. Di conseguenza si è scelta una via diplomatica: riavvicinamento al professore, visti i suoi sforzi di mediazione e la fedeltà dovuta alle primarie, ma solo se egli rispetterà tre condizioni. La prima, in ordine di logica, è la proroga dei termini per l’esame del testo definitivo; di conseguenza Garelli ha spostato al 17 febbraio la scadenza per la presentazione delle proposte finali da parte degli (eventuali) alleati; comunicherà loro il programma, stavolta davvero definitivo, oggi, lunedì 20. La seconda condizione posta dal Partito Democratico è la presa di distanza del vincitore delle primarie dai duri attacchi che gli Esuli in Patria, componente della Costituente dei Beni Comuni, hanno mosso a Valmaggia e alla sua Giunta (l’autore di tali attacchi, Ugo Sturlese, si è poi dimesso dal coordinamento della Costituente, ndr). Infine, Garelli dovrà riconoscere “il ruolo centrale del Pd nell’ambito della coalizione” (il Segretario cittadino Dario Chiapello a lastampa.it, 16/02/2012).
La decisione ultima del Partito Democratico arriverà tra mercoledì 22 e giovedì 23 febbraio, dopo aver visionato, discusso il programma e verificato il rispetto delle condizioni poste al professore. Franca Giordano, la candidata appoggiata da SEL e in rotta con le liste centriste, sembra orientata a sostenere Garelli, mentre l’Italia dei Valori condivide molti suoi punti programmatici, ma non ha ancora escluso del tutto la possibilità di correre da sola.
To be continued…
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